Da Mono a Bilocale: Dividere 35 m² con una Parete Attrezzata
La realizzazione su disegno di un'armadiatura a tutta altezza dà vita ad un bilocale ispirato al mondo delle barche
Un piccolo monolocale sulla riviera ligure, costruito negli anni Sessanta e mai ristrutturato, aspetta di essere ripensato privilegiando la creazione di nuovi posti letto. Per risolvere la sfida con eleganza e funzionalità, lo studio genovese llabb guarda alle soluzioni messe a punto dal mondo della nautica. E ricava una “stanza cabina”, sovrastata da un soppalco con due ulteriori posti letto, che non sottrae metri quadri alla zona living e si distingue per la praticità orientata al dettaglio.
Oltre all’ispirazione nautica, la richiesta dei committenti è centrata su un’altra priorità: riorganizzare i 35 m² suddividendoli in zona giorno e zona notte. Nella sua versione originaria, che vediamo in questo scatto, il monolocale si presentava come un unico, confuso open-space, costellato qua e là di mobili e letti a scomparsa.
In una piccola nicchia, la presenza di un letto a castello nascosto da una tenda offriva un ulteriore punto di appoggio dove poter accogliere gli eventuali ospiti; in particolare la figlia trentenne, che occasionalmente raggiungere i genitori per passare qualche giorno con loro nella località di mare.
«I committenti volevano una stanza da letto separata dalla zona giorno» ci racconta l’architetto Federico Robbiano. «La loro idea iniziale era di spostare il bagno per collocarlo nella nicchia del letto al castello. Una soluzione, questa, impossibile da attuare visti i vincoli della normativa locale. Studiando la pianta (in questa immagine quella prima dell’intervento), ci è venuta in mente un’altra soluzione: realizzare una piccola “stanza-cabina” sovrastata da un ulteriore spazio soppalcato, da destinare in futuro alla zona letto dei nipotini».
Ci facciamo guidare dalla nuova pianta della casa e dalle parole di Robbiano. «La parete attrezzata», la vediamo tratteggiata sul lato destro del disegno qui sopra, «attraversa l’intero ambiente, accompagnando come in un percorso il visitatore, dall’ingresso dell’appartamento sino alla zona giorno, il cuore della casa. Nel vestibolo, la parete meno profonda ospita un piccolo locale tecnico, oltre ad un piccolo spazio di contenimento, pensato, ad esempio, per riporre le sdraio quando si torna dal mare. Si prosegue con un piccolo spogliatoio/armadio, dove potersi svestire, lasciandosi alle spalle la giornata che si è conclusa, per arrivare infine alla zona giorno sulla quale, come su una piazza, si affaccia la zona notte, strutturata su due livelli».
La concezione di una struttura tanto articolata ha imposto la messa a punto di una soluzione a tutti gli effetti sartoriale, attenta non soltanto a non tradire la necessità di precisione al centimetro, ma anche una oculata distribuzione degli spazi e delle strutture.
Una sfida, questa, a cui lo studio llabb non ha risposto esclusivamente con il disegno del progetto, bensì occupandosi personalmente anche della realizzazione in opera dell’intera parete.
Questo giovane studio di architettura si è infatti distinto per un inusuale approccio di “learning by making”. Fin dai primi lavori, l’implementazione chiavi in mano di soluzioni di interior ha permesso loro di cementare un solido know-how in falegnameria. Un asso nella manica che si rivela particolarmente utile quando si tratta di convincere i clienti ad investire in un imponente intervento su disegno. L’assenza di altre figure professionali da coinvolgere, ad esempio altri artigiani specializzati, permette infatti di contenere le spese, a vantaggio di un budget ridotto.
Del resto, come ci ricorda lo stesso Robbiano, «I committenti hanno riconosciuto nell’idea progettuale un vero valore, e per questo hanno deciso di investire più denaro. Allo stesso tempo, però, la possibilità di realizzare noi stessi l’opera ha permesso un abbassamento dei costi. Così come una grande fedeltà rispetto al progetto esecutivo».
Una sfida, questa, a cui lo studio llabb non ha risposto esclusivamente con il disegno del progetto, bensì occupandosi personalmente anche della realizzazione in opera dell’intera parete.
Questo giovane studio di architettura si è infatti distinto per un inusuale approccio di “learning by making”. Fin dai primi lavori, l’implementazione chiavi in mano di soluzioni di interior ha permesso loro di cementare un solido know-how in falegnameria. Un asso nella manica che si rivela particolarmente utile quando si tratta di convincere i clienti ad investire in un imponente intervento su disegno. L’assenza di altre figure professionali da coinvolgere, ad esempio altri artigiani specializzati, permette infatti di contenere le spese, a vantaggio di un budget ridotto.
Del resto, come ci ricorda lo stesso Robbiano, «I committenti hanno riconosciuto nell’idea progettuale un vero valore, e per questo hanno deciso di investire più denaro. Allo stesso tempo, però, la possibilità di realizzare noi stessi l’opera ha permesso un abbassamento dei costi. Così come una grande fedeltà rispetto al progetto esecutivo».
Alla struttura portante della parete, realizzata in okoumè, anche detto multistrato marino, si uniscono i tamponamenti in Mdf laminato, di Abet laminati. I colori scelti, un bianco e un impalpabile azzurro, sono una metafora visiva che ricorda la stratificazione tra la barca e l’orizzonte che si apre sopra di lei.
A marcare il passaggio dall’uno all’altro, troviamo poi un profilo in legno che è stato pensato come un’inedita “linea di galleggiamento” tra scafo e cielo. In tutto lo spazio domestico, la linea – sempre rigorosamente alla stessa quota – si trasforma in un vero e proprio fil rouge che accompagna lo sguardo del visitatore dall’ingresso fino alla cucina.
Per il pavimento, invece, è stato scelto un laminato chiaro dallo spessore di 15 mm, prodotto dal marchio tedesco Woodstock.
A marcare il passaggio dall’uno all’altro, troviamo poi un profilo in legno che è stato pensato come un’inedita “linea di galleggiamento” tra scafo e cielo. In tutto lo spazio domestico, la linea – sempre rigorosamente alla stessa quota – si trasforma in un vero e proprio fil rouge che accompagna lo sguardo del visitatore dall’ingresso fino alla cucina.
Per il pavimento, invece, è stato scelto un laminato chiaro dallo spessore di 15 mm, prodotto dal marchio tedesco Woodstock.
Aprendo le due ampie porte dell’armadio, ci troviamo dentro la “stanza-cabina” padronale, un vero e proprio cabinato caratterizzato da un equilibratissimo connubio tra misure al centimetro e nicchie attrezzate. Proprio al pari di una cabina, questo spazio contiene l’essenziale, un letto matrimoniale ed un minimo spazio di contenimento dato dalle scaffalature.
La dimensione strutturale è esplicitata attraverso la presenza di coste in legno. L’altezza di due metri, 1.90 sotto i travetti, permette di mantenere sempre una posizione eretta, garantendo una relativa agilità nei movimenti. Il ricambio d’aria, invece, viene garantito attraverso l’apertura delle porte durante la notte.
La dimensione strutturale è esplicitata attraverso la presenza di coste in legno. L’altezza di due metri, 1.90 sotto i travetti, permette di mantenere sempre una posizione eretta, garantendo una relativa agilità nei movimenti. Il ricambio d’aria, invece, viene garantito attraverso l’apertura delle porte durante la notte.
Infine, nella parte terminale della parete, alcuni scalini sagomati accompagnano ad una porticina che collega la zona living con un secondo spazio notte, inerpicandosi lungo una ripida scala, come a salire su una mansarda di una piccola casa di pescatori.
In questo spazio, alto 96 centimetri, un letto matrimoniale occupa tutto il soppalco. Accanto, due finestrelle si aprono per prendere luce dalla stanza e per garantire ancora una volta il ricambio d’aria.
In questo spazio, alto 96 centimetri, un letto matrimoniale occupa tutto il soppalco. Accanto, due finestrelle si aprono per prendere luce dalla stanza e per garantire ancora una volta il ricambio d’aria.
In questo rendering viene illustrata la sezione del progetto. Sulla sinistra, la zona notte composta da cabinato e soppalco ricavati dalla realizzazione della parete attrezzata. Sulla destra, la nuova zona giorno.
Inconsuete, se vogliamo, ma al tempo stesso concepite secondo una logica estremamente pragmatica, queste due stanze ci parlano delle numerose possibilità progettuali che si delineano quando ci si allontana dalle misure della stanza da letto canonica. Una sfida, oggi, particolarmente sentita in Italia e non solo da committenti ed architetti, che Robbiano commenta così: «Nel momento in cui ci si focalizza sulle necessità del committente e si crea una gerarchia delle sue priorità, c’è sempre la possibilità di trovare una soluzione ottimale. Nel nostro caso, la scelta di avere uno spazio da vivere bello, che fosse funzionale, ampio e arioso, ha reso la camera uno spazio accessorio, atto solo al dormire. Commentando questo progetto con gli addetti ai lavori, mi è stato contestato il fatto che in un ambiente del genere non si respira. Eppure, il problema non si pone se le porte vengono tenute aperte la sera. Il vantaggio, però, è quello di guadagnare una separazione visiva degli ambienti».
Ubicata accanto alla finestra, la cucina è posta idealmente a chiusura del percorso delineato dalla linea di galleggiamento.
Per una questione di budget, sono stati scelti arredi Ikea nella parte bassa del mobile, a cui si sono aggiunti componenti su misura per top, paraschizzi e scaffalature.
La forma scanalata delle mensole imprime al mobile cucina un sottile dinamismo che, ancora una volta, si trasforma in una piccola allegoria marinaresca: una vela gonfiata dal vento, protesa verso il sole e l’azzurro di mare e cielo.
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Per una questione di budget, sono stati scelti arredi Ikea nella parte bassa del mobile, a cui si sono aggiunti componenti su misura per top, paraschizzi e scaffalature.
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Chi ci abita: è la seconda casa di una coppia di pensionati
Dove: una località marittima vicino a La Spezia
Anno di costruzione: anni Sessanta
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetti: llabb studio
Superficie della casa: 35 m²
Costo della ristrutturazione: 32.000, incluse le opere di falegnameria eseguite dagli stessi architetti
Un piccolo monolocale sulla costa ligure, usato prevalentemente durante la stagione estiva, e il desiderio di sfruttarlo al meglio, potenziandone la praticità senza sacrificare la piacevolezza degli ambienti. A cosa ispirarsi per corroborare il connubio funzionalità-estetica in così pochi metri quadri?
I proprietari, una coppia di pensionati appassionati di nautica, decidono di ristrutturarlo coinvolgendo lo studio genovese di architettura llabb, fondato nel 2013 da Luca Scardulla e Federico Robbiano.
La raccomandazione, per loro, è chiara: prendere ispirazione dalle soluzioni progettuali che distinguono – per precisione, funzionalità, e certamente anche per inventiva – l’arredamento d’interni delle barche.