Storie Houzz: Una Rivoluzione Sta Avvenendo in Questo Orto
Coltivare diventa un atto rivoluzionario. Valerio e Angelo salvano i semi in un orto delle meraviglie e biodiversità
Angelo e Valerio sono dei custodi di semi, appassionati coltivatori di specie antiche e rare che stanno scomparendo. Fanno un lavoro certosino con lo scopo di salvare varietà che poco interessano la grande distribuzione e di proteggere la biodiversità delle nostre colture. Nell’orto di Angelo Giordano e Valerio Tanzarella troviamo, in un solo ettaro di terra, circa 80 varietà di pomodori, diverse varietà di zucchine, cetrioli, meloncelle, peperoncini, bietole, zucche, mais, insalate, barbabietole, capperi, patate, fagioli, cipolla, frutta secca ed un vigneto con circa 30 tipi di uva oltre a piante emozionanti, piante officinali, erbe aromatiche, cactus e piante grasse: insomma c’è in campo una biodiversità alimentare che non si raggiungerebbe neanche se mettessimo insieme tutti le varietà di prodotti agricoli che troviamo sui banchi dei supermercati.
In foto: l’orto, delle dimensioni di un ettaro, si integra nel tipico paesaggio pugliese fatto di muretti a secco e piante grasse bruciate dal sole cocente.
Ex Terra è un acceleratore e collettore di attività e relazioni, un conservatorio vivo della biodiversità locale, e quella in cui ci troviamo oggi è il suo embrione; ci troviamo in quello che loro amano definire un orto-giardino, o meglio: un orto da visitare e da guardare e un giardino da mangiare e da annusare; qui non solo si raccolgono prodotti per l’auto consumo ma anche, e soprattutto, si svolgono moltissime attività collaterali legate all’agricoltura, come percorsi guidati di orto terapia e didattica per giovani e meno giovani.
Ex Terra è un acceleratore e collettore di attività e relazioni, un conservatorio vivo della biodiversità locale, e quella in cui ci troviamo oggi è il suo embrione; ci troviamo in quello che loro amano definire un orto-giardino, o meglio: un orto da visitare e da guardare e un giardino da mangiare e da annusare; qui non solo si raccolgono prodotti per l’auto consumo ma anche, e soprattutto, si svolgono moltissime attività collaterali legate all’agricoltura, come percorsi guidati di orto terapia e didattica per giovani e meno giovani.
In foto: pomodoro nero selezione Ex Terra.
In questi anni, Angelo e Valerio, con l’aiuto di altri contadini e amici, hanno raccolto tantissimi semi di varietà dimenticate, rare e preziose, antiche e particolari, con l’intento di coltivarle, di studiarle e di diffonderle, e di proporle in nuovi mercati. L’obiettivo è costruire una cultura e una rete di economia solidale basata sul rispetto dell’ecosistema, sull’autodeterminazione alimentare, sulla consapevolezza di ciò che si mangia e sulla filiera corta.
Ogni giorno, con orti urbani, lezioni e tramite i loro canali social, promuovono e fanno conoscere antiche varietà agricole, selezionate in loco da generazioni di contadini; le più adatte alle specifiche caratteristiche del territorio perché resistenti allo stress e ai cambiamenti delle condizioni climatiche e ambientali, dunque le sole in grado di garantire la sicurezza alimentare delle comunità locali.
In questi anni, Angelo e Valerio, con l’aiuto di altri contadini e amici, hanno raccolto tantissimi semi di varietà dimenticate, rare e preziose, antiche e particolari, con l’intento di coltivarle, di studiarle e di diffonderle, e di proporle in nuovi mercati. L’obiettivo è costruire una cultura e una rete di economia solidale basata sul rispetto dell’ecosistema, sull’autodeterminazione alimentare, sulla consapevolezza di ciò che si mangia e sulla filiera corta.
Ogni giorno, con orti urbani, lezioni e tramite i loro canali social, promuovono e fanno conoscere antiche varietà agricole, selezionate in loco da generazioni di contadini; le più adatte alle specifiche caratteristiche del territorio perché resistenti allo stress e ai cambiamenti delle condizioni climatiche e ambientali, dunque le sole in grado di garantire la sicurezza alimentare delle comunità locali.
In foto: la particolare varietà di pomodori Regina denominata “a scràsc”, di Ceglie Messapica. Si tratta di una varietà tradizionale che si è adattata al territorio, avaro di precipitazioni nel periodo estivo.
In foto: semi di mais “fragola”, così denominato per via della forma e del colore della pannocchia.
Inoltre, ogni anno, da quattro anni, Ex Terra organizza la festa dello scambio dei semi, che è sempre stata un’antica tradizione contadina; oggi, per alcuni, l’azione di tutela e salvaguardia dei semi è diventata la professione e la passione principale, e questa festa è un modo per conoscere altri agricoltori appassionati, fare rete condividere scoperte e ricette; nessuno vende nulla e non ci si scambia varietà commerciali ma solo semi antichi, che magari sono stati conservati in scatole di legno da qualche nonno, un po’ come dei tesori.
Inoltre, ogni anno, da quattro anni, Ex Terra organizza la festa dello scambio dei semi, che è sempre stata un’antica tradizione contadina; oggi, per alcuni, l’azione di tutela e salvaguardia dei semi è diventata la professione e la passione principale, e questa festa è un modo per conoscere altri agricoltori appassionati, fare rete condividere scoperte e ricette; nessuno vende nulla e non ci si scambia varietà commerciali ma solo semi antichi, che magari sono stati conservati in scatole di legno da qualche nonno, un po’ come dei tesori.
In foto: patate Blue Star in fase di crescita.
Angelo e Valerio ci spiegano che: «La scelta di puntare sulla biodiversità ha diverse ragioni, in primis etiche e culturali. Ogni territorio ha la sua vocazione ed è impensabile continuare a coltivare ortaggi ibridi che sono il risultato di ricerche fatte in laboratori e che nulla hanno a che fare con la zona nella quale verranno poi coltivati i medesimi ibridi. La pretesa di imporre colture valide in tutto il globo, a qualsiasi latitudine, ci sta di fatto impoverendo, distruggendo il lavoro fatto da Madre Natura e dall’uomo nel corso di millenni».
Continuano dicendoci: «Viviamo l’omologazione di prodotti sui banchi dei supermercati; i produttori sono arrivati a preferire semi da brevetto, che danno apparentemente abbondanti raccolti, con prodotti belli e pesanti da vendere sul mercato. A scapito di ciò si è però appiattita la qualità, la presenza sempre minore di proprietà e benefici, a vantaggio delle vendite. Insomma, si è incentivato l’uso di vegetali belli e formosi (ma poco nutrienti) a svantaggio di vegetali molto più nutrienti ma che hanno poca resa, nella produzione e nello standard estetico».
Angelo e Valerio ci spiegano che: «La scelta di puntare sulla biodiversità ha diverse ragioni, in primis etiche e culturali. Ogni territorio ha la sua vocazione ed è impensabile continuare a coltivare ortaggi ibridi che sono il risultato di ricerche fatte in laboratori e che nulla hanno a che fare con la zona nella quale verranno poi coltivati i medesimi ibridi. La pretesa di imporre colture valide in tutto il globo, a qualsiasi latitudine, ci sta di fatto impoverendo, distruggendo il lavoro fatto da Madre Natura e dall’uomo nel corso di millenni».
Continuano dicendoci: «Viviamo l’omologazione di prodotti sui banchi dei supermercati; i produttori sono arrivati a preferire semi da brevetto, che danno apparentemente abbondanti raccolti, con prodotti belli e pesanti da vendere sul mercato. A scapito di ciò si è però appiattita la qualità, la presenza sempre minore di proprietà e benefici, a vantaggio delle vendite. Insomma, si è incentivato l’uso di vegetali belli e formosi (ma poco nutrienti) a svantaggio di vegetali molto più nutrienti ma che hanno poca resa, nella produzione e nello standard estetico».
In foto: pomodoro cuore di bue.
E ci spiegano il grande gioco delle multinazionali: «L’azienda che ha iscritto quel dato pomodoro nel registro, poi fornisce anche gli strumenti (i concimi, per esempio) per far crescere i frutti e ci sono multinazionali specializzate in biotecnologie agrarie che sono, al contempo, produttrici di sementi e di farmaci per cui i contadini, ogni anno, sono costretti a comprare il seme e tutto il “pacchetto” per farlo crescere, curarlo e venderlo».
E ci spiegano il grande gioco delle multinazionali: «L’azienda che ha iscritto quel dato pomodoro nel registro, poi fornisce anche gli strumenti (i concimi, per esempio) per far crescere i frutti e ci sono multinazionali specializzate in biotecnologie agrarie che sono, al contempo, produttrici di sementi e di farmaci per cui i contadini, ogni anno, sono costretti a comprare il seme e tutto il “pacchetto” per farlo crescere, curarlo e venderlo».
In foto: Valerio Tanzarella di fianco a un nespolo.
«In passato, ogni seme si adattava al posto in cui veniva coltivato, a quel clima e a quel particolare terreno, e i contadini “selezionavano” i semi adatti a quel posto – spiega Valerio; oggi, viene usato lo stesso seme in tutte le parti del mondo, e quello che i produttori sono costretti a fare è cambiare il clima e il terreno su cui vanno ad impiantarlo; siamo all’assurdo!».
Ma Valerio sostiene che la chiave per cambiare le cose esiste; si chiama autoproduzione e se ognuno di noi impiantasse un orto del genere potremmo vivere in un mondo più sostenibile e più giusto.
«In passato, ogni seme si adattava al posto in cui veniva coltivato, a quel clima e a quel particolare terreno, e i contadini “selezionavano” i semi adatti a quel posto – spiega Valerio; oggi, viene usato lo stesso seme in tutte le parti del mondo, e quello che i produttori sono costretti a fare è cambiare il clima e il terreno su cui vanno ad impiantarlo; siamo all’assurdo!».
Ma Valerio sostiene che la chiave per cambiare le cose esiste; si chiama autoproduzione e se ognuno di noi impiantasse un orto del genere potremmo vivere in un mondo più sostenibile e più giusto.
In foto: kiwano in crescita.
La risposta? L’autoproduzione con semi autoctoni. Salvando le qualità più antiche staremo preservando il territorio prima che le tradizioni, staremo preservando riserve idriche; semplicemente staremo preservando il nostro pianeta!
L’agricoltura deve tendere a quello: un ritorno ragionato a quello che ogni territorio, ogni ambito, è capace di offrire e produrre.
La risposta? L’autoproduzione con semi autoctoni. Salvando le qualità più antiche staremo preservando il territorio prima che le tradizioni, staremo preservando riserve idriche; semplicemente staremo preservando il nostro pianeta!
L’agricoltura deve tendere a quello: un ritorno ragionato a quello che ogni territorio, ogni ambito, è capace di offrire e produrre.
In foto: un’ arnia, ricovero artificiale di una colonia di api che produce miele millefiori.
In più l’orto è un toccasana per la salute e la mente, unendo i benefici fisici e psicologici dell’autoproduzione, associati ai benefici verso la terra, avremmo risoltola maggior parte dei problemi del nostro tempo.
Insieme ad Antonio e Valerio ci accompagnano, alla scoperta di questo giardino da mangiare, anche due giovanissimi ragazzi, Giovanni Guarini e Roberto Caforio; da un po’ di tempo collaborano con Ex Terra e si stanno occupando di apicoltura nell’ottica non solo di produrre miele ma di salvaguardare una delle specie animali su cui si regge l’intero ecosistema terrestre: le api.
In più l’orto è un toccasana per la salute e la mente, unendo i benefici fisici e psicologici dell’autoproduzione, associati ai benefici verso la terra, avremmo risoltola maggior parte dei problemi del nostro tempo.
Insieme ad Antonio e Valerio ci accompagnano, alla scoperta di questo giardino da mangiare, anche due giovanissimi ragazzi, Giovanni Guarini e Roberto Caforio; da un po’ di tempo collaborano con Ex Terra e si stanno occupando di apicoltura nell’ottica non solo di produrre miele ma di salvaguardare una delle specie animali su cui si regge l’intero ecosistema terrestre: le api.
In foto: Roberto Caforio immerso nella porzione di campo dedicata alla coltivazione dei pomodori.
La massima del nonno di Giovanni è un faro che illumina il loro percorso, e recita più o meno così: “Se si ha contezza della bellezza della vita, tutto quello che si fa ha un altro sapore!”
E loro di buoni sapori sono dei veri intenditori.
Angelo sostiene che l’unica azione rivoluzionaria oggi possibile è Coltivare, come unico atto che ci rende liberi da un sistema commerciale, allontanandoci da una serie di logiche che davvero ci fanno sentire oppressi, ingabbiati, in un sistema da cui sembra non ci sia via d’uscita; ma non è così, Ex Terra e il lavoro di questi ragazzi ci dimostrano che un mondo migliore può ancora esistere e che, a detta loro: «Coltivare potrebbe essere sicuramente il futuro perché nel momento in cui non ci manca acqua e cibo, siamo uomini liberi!».
La massima del nonno di Giovanni è un faro che illumina il loro percorso, e recita più o meno così: “Se si ha contezza della bellezza della vita, tutto quello che si fa ha un altro sapore!”
E loro di buoni sapori sono dei veri intenditori.
Angelo sostiene che l’unica azione rivoluzionaria oggi possibile è Coltivare, come unico atto che ci rende liberi da un sistema commerciale, allontanandoci da una serie di logiche che davvero ci fanno sentire oppressi, ingabbiati, in un sistema da cui sembra non ci sia via d’uscita; ma non è così, Ex Terra e il lavoro di questi ragazzi ci dimostrano che un mondo migliore può ancora esistere e che, a detta loro: «Coltivare potrebbe essere sicuramente il futuro perché nel momento in cui non ci manca acqua e cibo, siamo uomini liberi!».
In foto: pomodoro Picasso; Angelo Passalacqua, conservatore di semi generoso e disponibile, ha donato ad Ex Terra i semi di questa curiosa varietà di cui si sa davvero poco. Probabilmente proviene dalla Toscana e durante la coltivazione le piante di Picasso si sono mostrate robuste, tenaci e immuni da malattie.
In foto: Angelo Giordano nel suo orto.
Questo posto è un paradiso per gli occhi e per il palato; è un’esperienza che ha il sapore del viaggio, della meraviglia, della scoperta e della conoscenza di prodotti inimmaginabili; pomodori di ogni forma e dimensione mai visti e provati, chicchi di mais dai multicolori pastello, zucche dalle forme improbabili, racconti che vengono da epoche lontane; sembra di essere su un altro pianeta; in realtà è il nostro pianeta, la nostra amata Terra, semplicemente siamo con delle persone che hanno la sensibilità di ascoltarla, assecondarla e accudirla.
Questo posto è un paradiso per gli occhi e per il palato; è un’esperienza che ha il sapore del viaggio, della meraviglia, della scoperta e della conoscenza di prodotti inimmaginabili; pomodori di ogni forma e dimensione mai visti e provati, chicchi di mais dai multicolori pastello, zucche dalle forme improbabili, racconti che vengono da epoche lontane; sembra di essere su un altro pianeta; in realtà è il nostro pianeta, la nostra amata Terra, semplicemente siamo con delle persone che hanno la sensibilità di ascoltarla, assecondarla e accudirla.
In foto: tomatillo viola; dopo alcuni anni di coltivazione nei terreni di Ex Terra di può dire che quella del tomatillo è una scommessa vinta perché le piante sono produttive, si sono bene adattate e risultano immuni alle più comuni malattie che colpiscono le Solanacee.
La particolarità nella particolarità è la pigmentazione dei frutti che è di un bel viola intenso.
La particolarità nella particolarità è la pigmentazione dei frutti che è di un bel viola intenso.
In foto: orto di farmacopea; in questa zona, adiacente all’orto più grande, vengono coltivate piante aromatiche e officinali come rabarbaro, rosmarino, prostrato, origano, maggiorana, salvia, malva, eucalipto.
In foto: un’oca dell’aia a ridosso dell’orto; le oche sono animali utili a smaltire i rifiuti organici dell’orto e condividono gli spazi con altri animali da aia come conigli, galli e galline, capre.
In foto: le capre contribuiscono naturalmente, con i loro escrementi, alla produzione di fertilizzante.
La casa in campagna della famiglia di Angelo si trova a pochi passi dall’orto.
Raccontaci: cosa ne pensi di questo progetto? Lo spazio dei Commenti qui sotto è a tua disposizione.
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Foto di Pierangelo Laterza
Siamo a Ceglie Messapica, nel sud dell’Italia, in Puglia, nell’orto di proprietà di Angelo Giordano. Qui Angelo, insieme all’amico e socio Valerio Tanzarella, produce e sperimenta tantissime varietà di prodotti agricoli. Angelo è un agronomo e Valerio un avvocato e insieme, da qualche anno, hanno deciso di investire il loro tempo e le loro energie per un progetto ambizioso che punta alla tutela e alla valorizzazione dell’agro-biodiversità locale attraverso il recupero, la piantumazione e la conservazione di semi antichi.
Insieme hanno costituito Ex Terra, che non è solo una società di consulenza per le aziende che vogliono sviluppare e trasformare un prodotto agricolo, ma è anche una società che di pone dei fini etici, sociali ed ambientali.
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