Abitazioni che Permettono di Coltivare Amicizie
Un esperimento degli anni Settanta offre spunti e insegnamenti per una nuova generazione di inquilini creativi
Circa un decennio dopo il movimento dell’amore libero degli anni Sessanta, l’idea di una vita in comune ha preso forma a Laurel Canyon, un quartiere collinare di Los Angeles racchiuso tra la Valle di San Fernando e Sunset Strip, che un tempo era conosciuto per artisti e musicisti dallo spirito libero. Nel 1976, l’architetto Peter de Bretteville ha costruito due case quasi identiche su lotti adiacenti di Willow Glen Road: una per la moglie Sheila e il loro figlio, l’altra per gli sceneggiatori Dyanne Asimow e Richard Simon e i due figli.
Nel corso degli anni, le famiglie hanno organizzato feste, e in pratica i figli sono cresciti insieme. Gli spazi condivisi delle case comprendono il vialetto d’ingresso, la piscina nel giardino superiore e altre zone all’esterno. Sul retro, una terrazza continua corre per tutta la lunghezza delle abitazioni.
All’epoca della costruzione, le strutture in acciaio erano una soluzione insolita nel quartiere, formato principalmente da case con struttura in legno rivestita di intonaco. Durante la costruzione, i vicini pensavano che le case sarebbero diventate una biblioteca, racconta Dyanne Asimow. Sul lato che si affaccia sulla strada (mostrato sopra), la lamiera ondulata unisce le due dimore. Una scala comune conduce prima a un pianerottolo e poi a un patio condiviso sul retro.
Sebbene sembrino identiche dall’esterno, l’interno della casa dei de Bretteville (foto sopra) ha un’estetica più industriale, somigliante quasi a una fabbrica. Le costruzioni sono state oggetto di attenzione anche da parte di un recente tour promosso dalla sede di Los Angeles dell’American Institute of Architects.
«Nel 1976, nell’epoca delle moquette a pelo lungo, del legno del Sea Ranch e del conversation pit [zona divani sottoelevata, NdT], questo progetto era radicale. Era un’anticipazione del concetto di loft», spiega l’architetto John Hersey, l’attuale inquilino, che insieme al partner James Rosser, di professione assistente sociale, vive in affitto da 14 anni. I de Bretteville sono tuttora proprietari della casa, ma nel 1990 si sono trasferiti in Connecticut dove insegnano all’Università di Yale. Sheila Levrant de Bretteville è professoressa di graphic design.
«Nel 1976, nell’epoca delle moquette a pelo lungo, del legno del Sea Ranch e del conversation pit [zona divani sottoelevata, NdT], questo progetto era radicale. Era un’anticipazione del concetto di loft», spiega l’architetto John Hersey, l’attuale inquilino, che insieme al partner James Rosser, di professione assistente sociale, vive in affitto da 14 anni. I de Bretteville sono tuttora proprietari della casa, ma nel 1990 si sono trasferiti in Connecticut dove insegnano all’Università di Yale. Sheila Levrant de Bretteville è professoressa di graphic design.
La differenza tra le due abitazioni risiede soprattutto nelle finiture: «La mia è tutta bianca e colori vivaci», spiega de Bretteville. «Il soffitto è perlopiù in legno dipinto di bianco, nella casa di Dyanne invece il compensato è stato lasciato al naturale. La struttura in acciaio è preminente da me, verniciata in un delicato bianco sporco per stagliarsi contro il bianco puro delle pareti. Ai vicini piaceva l’aspetto della terracotta, perciò tutto l’acciaio ha i colori della terracotta». I pavimenti nella casa dei de Bretteville sono in calcestruzzo rossiccio, mentre da Dyanne Asimow sono in legno.
Oltre a queste differenze – e a patto che ci fosse spazio a sufficienza per i libri, la lavatrice e l’asciugatrice – tutto il resto che de Bretteville voleva fare era ben accetto. In questa fotografia è mostrata la zona living di Dyanne Asimow. «Peter non ha mai avuto un altro cliente che gli desse carta bianca», racconta la donna.
Sebbene per la costruzione siano stati usati materiali simili, le due case «sono completamente diverse», spiega de Bretteville. «Sono state dipinte in maniera diversa, con finiture più naturali nell’abitazione di Dyanne. Quando si entra per la prima volta, si coglie il differente carattere delle due case». La sala da pranzo di Dyanne Asimow (foto sopra) si apre sul salotto, con vista sulle cime degli alberi. La cucina è a sinistra.
Dyanne Asimow dice che una delle cose belle della casa è «l’assenza quasi totale di manutenzione». Praticamente tutto è resistito negli anni. Uno dei cambiamenti che ha dovuto fare è la sostituzione, circa 20 anni fa, delle piastrelle Pirelli dei pavimenti in cucina e bagno che richiedevano grandi attenzioni.
Di fronte alla cucina a vista è stato creato un angolo con sedute che richiama i classici diner americani. Gode di una vista rilassante sugli alberi e sul paesaggio circostante.
Quando de Bretteville ha proposto di utilizzare una griglia di metallo per la pavimentazione della passerella che corre sul retro delle case, Dyanne Asimow ha acconsentito, senza pensare che le scarpe con tacco a spillo sarebbero tornate in voga. «Allora le persone indossavano scarpe senza tacco. E così oggi, dato che i tacchi sono tornati di moda, dobbiamo camminare sulle punte per non rimanere incastrati nella grata».
Fotografia di Esther Asimow
Tutte le ringhiere e i pali di metallo sono stati un parco di divertimenti per i figli di Dyanne: «Giocavano ad arrampicarsi», ricorda la donna. Il figlio Jesse (in foto) ha imparato da solo ad arrampicarsi sui pali; sapendo che non avrebbero fatto nulla per cui non si fossero sentiti pronti, Dyanne Asimow si è sempre fidata del giudizio dei figli. È stato un buon esercizio per individuare il rischio, almeno per Jesse, che è diventato un surfista delle grandi onde di Mavericks nella California del Nord, non prima però di aver osservato le onde per due anni.
Tutte le ringhiere e i pali di metallo sono stati un parco di divertimenti per i figli di Dyanne: «Giocavano ad arrampicarsi», ricorda la donna. Il figlio Jesse (in foto) ha imparato da solo ad arrampicarsi sui pali; sapendo che non avrebbero fatto nulla per cui non si fossero sentiti pronti, Dyanne Asimow si è sempre fidata del giudizio dei figli. È stato un buon esercizio per individuare il rischio, almeno per Jesse, che è diventato un surfista delle grandi onde di Mavericks nella California del Nord, non prima però di aver osservato le onde per due anni.
Secondo Hersey la cucina funziona davvero bene: è ottima per una persona, accettabile per due. Otto anni fa l’ha in parte rinnovata, aggiungendo l’isola e mettendo piani di lavoro in pietra ollare e mobiletti dell’Ikea.
Sul lato nord dell’edificio, De Bretteville ha creato uno studio per sé e la moglie che si estendeva per tutta la larghezza della casa. Questa posizione è stata scelta per la quantità di luce che inondava lo studio. Successivamente hanno costruito accanto una casa che blocca la maggior parte della luce. Oggi Hersey ha appeso una tenda per coprire la vetrata e usa questo locale come studio.
Le camere da letto di entrambe le dimore si trovano al piano rialzato, inondate di luce naturale grazie ai lucernari e alle finestre che si affacciano sul cortile posteriore. Quella in foto è una delle camere da letto nella casa di Hersey, che sono collegate da un bagno con servizi igienici in comune.
Grazie alle molte finestre e alle grandi porte, l’interno e l’esterno si fondono insieme. Un telo appeso sopra al salotto di Hersey e molti altri all’esterno contribuiscono a non fare entrare una luce troppo forte. «Il sole è nostro nemico», afferma Hersey. Per aprire e chiudere le finestre più in alto serve una scala. Gli uccellini e le libellule sono visitatori abituali degli spazi interni.
Ciò che Hersey ama di più dell’abitare qui – oltre ai rapporti amichevoli e sociali con la vicina – è l’ambiente esterno. Sulla proprietà ha visto cervi, linci rosse e coyote. Dopo che la casa si è allagata diverse volte, ha fatto costruire una struttura in cemento lungo il patio che serve da muro di contenimento. Questa fotografia è stata scattata da una passerella rialzata rispetto alle abitazioni. L’ingresso comune si trova al centro, la casa di de Bretteville-Hersey è sulla sinistra mentre quella di Dyanne Asimow è sulla destra.
Ripidi scalini affiancati da un corrimano conducono a un sentiero che sale sulla collina e porta a una piscina dalla forma triangolare, usata dai residenti di entrambe le case.
L’idea di De Bretteville di una vita in comune è stato un esperimento che poteva creare una nuova amicizia o romperne una, come è successo agli influenti architetti modernisti di Los Angeles Richard Neutra e Rudolf Schindler, il cui tentativo di mescolare abitazione e luogo di lavoro in Kings Road a West Hollywood ne ha mandato in frantumi l’amicizia.
Ma le amicizie di Willow Glen Road non sono state scalfite, e il movimento di una vita in condivisione, promosso da HubHaus, WeLive e altri, continua ad acquisire popolarità, soprattutto tra i millennials. Oggi Peter de Bretteville ritiene di aver avuto un assaggio di questo modo di vivere. «Abbiamo condiviso un periodo fondamentale della nostra vita vedendoci ogni giorno».
Ma le amicizie di Willow Glen Road non sono state scalfite, e il movimento di una vita in condivisione, promosso da HubHaus, WeLive e altri, continua ad acquisire popolarità, soprattutto tra i millennials. Oggi Peter de Bretteville ritiene di aver avuto un assaggio di questo modo di vivere. «Abbiamo condiviso un periodo fondamentale della nostra vita vedendoci ogni giorno».
Colpo d’occhio
Chi ci abita: Dyanne Asimow in una casa (proprietaria originaria); John Hersey e il partner James Rosser (che hanno affittato dai de Bretteville) nell’altra
Dove: zona Laurel Canyon di Los Angeles
Superficie: casa di Dyanne Asimow: 203 m²; casa di de Bretteville-Hersey-Rosser: 230 m²
Superficie dei lotti: 1.143 m² ciascuno
Anno di costruzione: 1976
Architetto: Peter de Bretteville
Il risultato finale è stato più vicino a una forma di collaborazione: le famiglie hanno condiviso aspetti della vita di tutti i giorni, mantenendo però la privacy negli spazi interni. Durante la progettazione e la costruzione delle case all’architetto de Bretteville è stata data libertà d’azione affinché desse vita alla sua idea, nonostante fosse il suo primo progetto a essere costruito. «Eravamo tutti molto giovani ed eccitati per questa cosa ambiziosa e pazzesca che volevamo fare», racconta. La fotografia sopra mostra la zona living a pianta aperta nell’abitazione di Dyanne Asimow, che nel frattempo ha divorziato dal marito.