Prima e Dopo: Quando le Pareti non Servono
Un soppalco luminoso, l’assenza di pareti e una scala elicoidale in cemento all’ingresso trasformano con successo un’abitazione romana
Siamo nel centro storico di Roma. Qui, in un vecchio palazzo costruito nel 1850, l’architetto Mattia Bianchi di MOB Architects ha ristrutturato un’abitazione all’ultimo piano. Il committente, un consulente single, ha chiesto al progettista di rendere gli ambienti più vivibili, così da organizzare anche cene e feste con gli amici.
Per trasformare questo appartamento in un grande spazio open space, sono state aperte le stanze, eliminate le porte e i muri divisori. Sfruttando le altezze, l’architetto ha convertito il vecchio solaio, buio e soffocante, in un soppalco. Qui è stata realizzata la zona notte, alla quale si accede da una scale elicoidale in cemento molto stretta, diventata il particolare architettonico che valorizza tutto l’appartamento. Il risultato è un loft dall’aspetto moderno molto più luminoso della condizione precedente alla ristrutturazione.
Per trasformare questo appartamento in un grande spazio open space, sono state aperte le stanze, eliminate le porte e i muri divisori. Sfruttando le altezze, l’architetto ha convertito il vecchio solaio, buio e soffocante, in un soppalco. Qui è stata realizzata la zona notte, alla quale si accede da una scale elicoidale in cemento molto stretta, diventata il particolare architettonico che valorizza tutto l’appartamento. Il risultato è un loft dall’aspetto moderno molto più luminoso della condizione precedente alla ristrutturazione.
Nella zona giorno c’è una sola parete divisoria, valorizzata da una vecchia stampa in bianco e nero che raffigura la città di Roma: è funzionale al soppalco, realizzato proprio sopra alla cucina.
Questa parete, però, non chiude l’ambiente: è stata lasciata un’apertura (larga circa 1 metro) che contribuisce a dare profondità all’appartamento.
Per la pavimentazione del primo piano è stato scelto un parquet in legno naturale con posa flottante.
Questa parete, però, non chiude l’ambiente: è stata lasciata un’apertura (larga circa 1 metro) che contribuisce a dare profondità all’appartamento.
Per la pavimentazione del primo piano è stato scelto un parquet in legno naturale con posa flottante.
La cucina è stata realizzata su misura. È lineare, ha una parete attrezzata (lunga 3 metri e 50 centimetri) con colonna frigo e colonna forno, completa anche di microonde. Al centro è stata realizzata un’isola con piano a induzione filo top che ha anche la funzione di snack.
Sono stati scelti sgabelli Maisons Du Monde in ferro colorati per richiamare lo stile industriale.
Sulla cucina si affaccia il soppalco. Non c’è alcuna parete divisoria: «una scelta necessaria per permette alla zona notte di godere della luce che filtra dalle finestre».
Sono stati scelti sgabelli Maisons Du Monde in ferro colorati per richiamare lo stile industriale.
Sulla cucina si affaccia il soppalco. Non c’è alcuna parete divisoria: «una scelta necessaria per permette alla zona notte di godere della luce che filtra dalle finestre».
Tutta la casa è illuminata con i Led. Per la cucina, in particolare, sono stati incassati dei faretti di Delta Light, disposti in modo da valorizzare la doppia altezza e disegnare il perimetro del soppalco sul quale poggia la camera da letto. È stata scelta una luce calda con gradazione di colore 2.700 Kelvin.
L’estremità del soppalco è stata illuminata con strisce a Led.
Il muro di fronte alla parete attrezzata è stato trattato con la resina così da richiamare, di nuovo, lo stile industriale: «È stato verniciato con la spatola proprio per lasciare le sfumature di colore bianco e grigio e poi passato con resina trasparente. L’effetto brillantinato è dato delle scaglie d’acciaio lasciate nella vernice».
Cappa con Led integrati: Falmec
L’estremità del soppalco è stata illuminata con strisce a Led.
Il muro di fronte alla parete attrezzata è stato trattato con la resina così da richiamare, di nuovo, lo stile industriale: «È stato verniciato con la spatola proprio per lasciare le sfumature di colore bianco e grigio e poi passato con resina trasparente. L’effetto brillantinato è dato delle scaglie d’acciaio lasciate nella vernice».
Cappa con Led integrati: Falmec
PRIMA. Ecco com’era la cucina prima dei lavori di ristrutturazione. Era sempre posizionata in quel punto dell’appartamento, ma era più piccola, lunga e stretta.
La finestra in questa fotografia corrisponde, nella terza foto, alla finestra a destra della parete attrezzata.
La finestra in questa fotografia corrisponde, nella terza foto, alla finestra a destra della parete attrezzata.
PRIMA. La scala a chiocciola era nell’ambiente adiacente alla cucina.
La finestra in questa fotografia corrisponde, nella terza foto, alla finestra sopra il termosifone nero.
La finestra in questa fotografia corrisponde, nella terza foto, alla finestra sopra il termosifone nero.
La vecchia scala è stata tolta e sostituita con una nuova prefabbricata in cemento, poi resinata al fine di «renderla più materica e richiamare così la pietra». Proprio per valorizzarne la particolarità, è stata illuminata dal basso: «Ho scelto di incassare nel pavimento, alla base, un faretto che proietta verso l’alto il fascio luminoso».
La scala è molto stretta: ha un diametro di 120 centimetri e pedate di 60 (le misure standard in genere sono diametro di 160 e pedate di 80 cm): «È stato necessario pensare a una soluzione di questo tipo poiché andava posizionata di fronte alla porta d’entrata. Era importante prestare la massima attenzione così che non vi fosse il rischio di soffocare l’ingresso e l’ambiente giorno fosse il più vivibile possibile».
La parete dietro il divano richiama il muro della cucina, entrambi sono stati trattati con la resina.
Lampada a parete: Parentesi di Flos, designer Achille Castiglioni e Pio Manzu
La scala è molto stretta: ha un diametro di 120 centimetri e pedate di 60 (le misure standard in genere sono diametro di 160 e pedate di 80 cm): «È stato necessario pensare a una soluzione di questo tipo poiché andava posizionata di fronte alla porta d’entrata. Era importante prestare la massima attenzione così che non vi fosse il rischio di soffocare l’ingresso e l’ambiente giorno fosse il più vivibile possibile».
La parete dietro il divano richiama il muro della cucina, entrambi sono stati trattati con la resina.
Lampada a parete: Parentesi di Flos, designer Achille Castiglioni e Pio Manzu
A sinistra della porta d’ingresso, si sviluppa il salotto arredato con mobili di Maisons Du Monde.
La parete principale è caratterizzata da una cornice in mattoni: «L’abbiamo scoperta durante i lavori di ristrutturazione. In origine era un passaggio che portava a un altro appartamento – spiega l’architetto – ho scelto di lasciarla e di valorizzarla, incorniciando il termosifone».
La parete principale è caratterizzata da una cornice in mattoni: «L’abbiamo scoperta durante i lavori di ristrutturazione. In origine era un passaggio che portava a un altro appartamento – spiega l’architetto – ho scelto di lasciarla e di valorizzarla, incorniciando il termosifone».
Questa immagine mostra i Led segnapasso incassati a lato dei gradini della scala.
Il soffitto dell’appartamento è stato valorizzato enfatizzando le sue origini: è stato tolto l’intonaco e sono state scoperte le volte originarie in mattoni, poi trattate con resina trasparente per evitare che perdessero polvere o piccoli residui.
Dal soggiorno si accede alla stanza da bagno, caratterizzata da una porta scorrevole interno muro.
Il soffitto dell’appartamento è stato valorizzato enfatizzando le sue origini: è stato tolto l’intonaco e sono state scoperte le volte originarie in mattoni, poi trattate con resina trasparente per evitare che perdessero polvere o piccoli residui.
Dal soggiorno si accede alla stanza da bagno, caratterizzata da una porta scorrevole interno muro.
Il bagno è caratterizzato da una grande doccia (misura 90 x 170 centimetri) sensoriale dotata di cromoterapia e aromaterapia. Il box in vetro è stato realizzato su misura, così come il mobile bagno. Il piatto è in muratura con scarico a parete per un senso di continuità con il pavimento.
Le pareti sono state rivestite con lastre in gres porcellanato prodotte dall’azienda Kerlite (larghe 1 metro x 1 metro, spesse 5 millimetri).
Soffione della doccia e scaldasalviette in acciaio: Porcelanosa
Le pareti sono state rivestite con lastre in gres porcellanato prodotte dall’azienda Kerlite (larghe 1 metro x 1 metro, spesse 5 millimetri).
Soffione della doccia e scaldasalviette in acciaio: Porcelanosa
Sul muro portante, in corrispondenza di un pilastro (in linea con il punto d’arrivo della scala), è stato ricavato un arco per accedere al soppalco. «È stato necessario realizzare un telaio in ferro che sostenesse la struttura in mattoni, poi ricoperta con una vernice nera».
Il solaio originale era posizionato sopra la cucina. Era in muratura. L’architetto Bianchi l’ha demolito e riprogettato in ferro. Lavorando su una doppia altezza ha sostituito il vecchio solaio con un soppalco aperto e luminoso che s’affaccia come abbiamo visto sulla zona giorno.
Il solaio originale era posizionato sopra la cucina. Era in muratura. L’architetto Bianchi l’ha demolito e riprogettato in ferro. Lavorando su una doppia altezza ha sostituito il vecchio solaio con un soppalco aperto e luminoso che s’affaccia come abbiamo visto sulla zona giorno.
PRIMA. Questa foto mostra com’era il solaio, un ambiente soffocante e molto buio che ospitava la camera da letto.
Ecco, invece, la camera da letto oggi. Le volte in mattoni, scoperte sotto l’intonaco, hanno permesso di guadagnare circa 20 centimetri in altezza.
L’armadio è a vista, separato dal resto della stanza da una soluzione “vedo-non vedo” realizzata con travi di frassino. Il parquet ceramico, lo stesso scelto per il primo piano, in questo caso è stato incollato sulla lastra in ferro che forma la base del soppalco.
L’armadio è a vista, separato dal resto della stanza da una soluzione “vedo-non vedo” realizzata con travi di frassino. Il parquet ceramico, lo stesso scelto per il primo piano, in questo caso è stato incollato sulla lastra in ferro che forma la base del soppalco.
Illuminano la stanza le lampade Tolomeo di Artemide.
Il letto è stato posizionato all’estremità del soppalco per godere il più possibile della luce naturale che filtra dalle finestre della cucina.
Il letto è stato posizionato all’estremità del soppalco per godere il più possibile della luce naturale che filtra dalle finestre della cucina.
La camera confina con il piccolo bagno (180 x 180 centimetri). Per ottimizzare gli spazi, è stato posizionato un lavandino a 45° e realizzato un mobile su misura.
Sanitari: Porcelanosa
Sanitari: Porcelanosa
PRIMA. Le immagini che seguono mostrano il bagno prima dei lavori di ristrutturazione.
PRIMA. Era caratterizzato da una nicchia (alta 150 centimetri), che era utilizzata per riporre disordinatamente gli oggetti di uso quotidiano.
L’architetto ha saputo sfruttare questa nicchia, diventata un passaggio per accedere a un secondo ambiente (dove l’altezza raggiunge 170 centimetri) che è stato adibito a lavanderia.
Nella nostra rubrica Prima e Dopo proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto della ristrutturazione sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Nella nostra rubrica Prima e Dopo proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto della ristrutturazione sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
Chi ci abita: un consulente familiare single
Dove: centro storico di Roma
Anno di costruzione: 1850
Anno di ristrutturazione: 2014
Architetto: Mattia Bianchi di MOB Architects
Superficie: 60 m² (di cui 12 di soppalco)
Il particolare interessante: la scala elicoidale in cemento realizzata di fronte all’ingresso e il soppalco luminoso ricavato dal vecchio solaio buio e soffocante
«Il solaio (condonato nel 1987) è stato il punto di partenza del progetto di ristrutturazione», spiega l’architetto Mattia Bianchi «Il mio committente voleva un’abitazione più luminosa e ambienti più aperti, per cui decisi di lavorare su una doppia altezza e di eliminare le pareti. Per razionalizzare gli spazi e renderli più vivibili, sono intervenuto drasticamente. Fu inevitabile spostare la scala a chiocciola, diventata oggi il particolare intorno al quale si sviluppa tutto l’appartamento».
Questa foto mostra com’è oggi il loft. Al primo piano c’è un grande open space, formato dalla zona giorno (soggiorno e cucina) e da un bagno principale. La zona notte (completa di un secondo bagno di servizio con lavanderia) è sul soppalco.