Un Appartamento Anni '50 Rinasce Tutto di Legno
Una ristrutturazione audace trasforma un attico in baita grazie a rivestimenti integrali in legno antico
Ci sono casi in cui la ristrutturazione di interni arriva là dove non te la aspetti. Il motivo? Nel caso di questo attico in Valchiavenna, la messa in discussione radicale del rapporto tra le caratteristiche costruttive di un edificio e i suoi spazi interni, che scelgono il rivestimento integrale di tutto l’appartamento come chiave di trasformazione. Facendo del legno antico l’unico vero protagonista, e dello stile alpino una tendenza da sperimentare con un professionista in chiave massimalista.
Un’immagine dell’appartamento prima della ristrutturazione
Guidato da questo spirito, l’architetto ha ripensato completamente due appartamenti ubicati all’attico di un pregevole edificio dei tardi anni ‘50 caratterizzato dal tipico tetto a falde delle regioni montane. Resi comunicanti e completamente ridistribuiti previa demolizione dei tramezzi e delle controsoffittature, gli spazi degli appartamenti sono stati resi più vivibili attraverso la creazione di grandi abbaini che hanno reso calpestabili anche gli spazi più bassi e angusti. Ancora, l’installazione di lucernari ha permesso di potenziare la presenza della luce, conferendo maggiore piacevolezza all’ambiente.
Guidato da questo spirito, l’architetto ha ripensato completamente due appartamenti ubicati all’attico di un pregevole edificio dei tardi anni ‘50 caratterizzato dal tipico tetto a falde delle regioni montane. Resi comunicanti e completamente ridistribuiti previa demolizione dei tramezzi e delle controsoffittature, gli spazi degli appartamenti sono stati resi più vivibili attraverso la creazione di grandi abbaini che hanno reso calpestabili anche gli spazi più bassi e angusti. Ancora, l’installazione di lucernari ha permesso di potenziare la presenza della luce, conferendo maggiore piacevolezza all’ambiente.
Un’immagine dell’appartamento prima della ristrutturazione
Nella demolizione, è stato anche eliminata la vecchia pralinatura che rivestiva entrambi gli appartamenti e che, curiosamente, non era realizzata in legno, bensì in laminato.
Nella demolizione, è stato anche eliminata la vecchia pralinatura che rivestiva entrambi gli appartamenti e che, curiosamente, non era realizzata in legno, bensì in laminato.
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Al centro dell’immagine, il camino a pellet di MCZ
Ridefinita tutta la planimetria, l’architetto Capurso dà corso all’unica indicazione vincolante ricevuta dalla committente: rivestire ogni superficie, dai pavimenti alle pareti fino anche al soffitto, in legno, ricreando l’aspetto di un vecchio chalet.
«Questo ambiente può essere considerato l’incubo di ogni designer, essendo lo stile di questo progetto in antitesi a qualsiasi design attualmente in voga. Eppure, sui miei canali social ha riscosso un successo incredibile. In linea generale, io mi considero un fanatico del minimal, però negli ultimi anni mi sono sempre più reso conto che si sta affermando una distinzione tra quello che è il bello teorico e il piacevole percepito.
Questo ambiente è stato trattato come una scenografia: il suo effetto è cinematografico, quasi fantastico, soprattutto per quanto riguarda la stanza da bagno, che sembra uscire da un film. Inoltre, mi sembra che le persone stiano riscoprendo il valore non solo visivo degli ambienti, ma anche il loro più vasto ambito sensoriale, ad esempio quello che ci restituisce l’idea di calore. Tornando a questa casa, tutti i sensi sono chiamati in discussione, dall’olfatto con le resine dei legni e l’odore di tostato dei legni termici, fino ai suoni attutiti di ogni ambiente».
Ridefinita tutta la planimetria, l’architetto Capurso dà corso all’unica indicazione vincolante ricevuta dalla committente: rivestire ogni superficie, dai pavimenti alle pareti fino anche al soffitto, in legno, ricreando l’aspetto di un vecchio chalet.
«Questo ambiente può essere considerato l’incubo di ogni designer, essendo lo stile di questo progetto in antitesi a qualsiasi design attualmente in voga. Eppure, sui miei canali social ha riscosso un successo incredibile. In linea generale, io mi considero un fanatico del minimal, però negli ultimi anni mi sono sempre più reso conto che si sta affermando una distinzione tra quello che è il bello teorico e il piacevole percepito.
Questo ambiente è stato trattato come una scenografia: il suo effetto è cinematografico, quasi fantastico, soprattutto per quanto riguarda la stanza da bagno, che sembra uscire da un film. Inoltre, mi sembra che le persone stiano riscoprendo il valore non solo visivo degli ambienti, ma anche il loro più vasto ambito sensoriale, ad esempio quello che ci restituisce l’idea di calore. Tornando a questa casa, tutti i sensi sono chiamati in discussione, dall’olfatto con le resine dei legni e l’odore di tostato dei legni termici, fino ai suoni attutiti di ogni ambiente».
La riuscita di un progetto con queste caratteristiche è spesso vincolata, oltre che alla bravura dell’architetto, anche ad altri due fattori cruciali: la qualità delle maestranze artigianali e dei materiali.
In questo caso, la fornitura è stata assicurata da un’azienda specializzata nel recupero di legni antichi, la Pozzi Albino. Trattato a mano, questa tipologia di legno si distingue non solo per la patina naturale indotta dal tempo, ma anche per i segni indelebili del colpo d’ascia con cui, prima dell’invenzione delle macchine per falegnameria (ad esempio la pialla), veniva lavorato rigorosamente a mano.
I pavimenti e i serramenti, invece, sono stati realizzati in larice termico. Un trattamento, quello con il calore, che cristallizza le fibre del legno rendendole più resistenti all’azione di acqua e sole.
In questo caso, la fornitura è stata assicurata da un’azienda specializzata nel recupero di legni antichi, la Pozzi Albino. Trattato a mano, questa tipologia di legno si distingue non solo per la patina naturale indotta dal tempo, ma anche per i segni indelebili del colpo d’ascia con cui, prima dell’invenzione delle macchine per falegnameria (ad esempio la pialla), veniva lavorato rigorosamente a mano.
I pavimenti e i serramenti, invece, sono stati realizzati in larice termico. Un trattamento, quello con il calore, che cristallizza le fibre del legno rendendole più resistenti all’azione di acqua e sole.
L’adattamento e la posa di tutti i rivestimenti sono stati curati da due falegnami locali, Pier Molteni e Umberto Copes, titolari dell’azienda Metalegno. La loro perizia si riscontra soprattutto nella cura dei dettagli, come ad esempio la realizzazione delle travi più grosse, formate in realtà da tante travi impercettibilmente unite insieme.
Per offrire il piacere di un piccolo spazio esterno, una porzione di facciata è stata sfondata così da ricavare un piccolo terrazzino. Tutta vetrata, la superficie ha permesso di regalare un’ulteriore fonte luminosa agli interni.
L’Effetto Baita che si Diffonde nelle Nostre Case
L’Effetto Baita che si Diffonde nelle Nostre Case
Quanto agli interni, invece, molti dei pezzi che trovano posto nell’appartamento sono stati scelti negli anni dalla proprietaria proprio dal negozio di Capurso.
Uno stying accurato ha contribuito a restituire un ambiente calibrato. Il divano, un pezzo originario della proprietaria, ad esempio, è stato ripensato con nuovi rivestimenti dell’azienda austriaca Fine Fabrics. Le note di rosso che si impongono sul grigio ben rispecchiamo i classici colori dello stile alpino, evitando però i dettagli troppo leziosi.
Uno stying accurato ha contribuito a restituire un ambiente calibrato. Il divano, un pezzo originario della proprietaria, ad esempio, è stato ripensato con nuovi rivestimenti dell’azienda austriaca Fine Fabrics. Le note di rosso che si impongono sul grigio ben rispecchiamo i classici colori dello stile alpino, evitando però i dettagli troppo leziosi.
Su disegno, la cucina è un patchwork voluto di mobili a cui si uniscono alcune finestrelle dell ‘700, qui trasformate in pensili. Il piano della cucina è stato realizzato da un artigiano locale che ha lavorato la pietra a punta, regalando un effetto antico che risulta credibile grazie alla qualità della manifattura.
Nel corridoio che porta dalla zona giorno a quella notte, ogni angolo è buono per inserire mensole destinate ad accogliere libri. La presenza di tantissimi volumi non rispecchia soltanto la personalità della proprietaria, una “forte lettrice” – come si dice in gergo – e appassionata collezionista di volumi, ma diventa anche un dispositivo decorativo per sfruttare lo spazio a disposizione sulle pareti più alte.
«Diciamo anche una cosa che viene spesso sottaciuta: sono convinto che la cultura sia fondamentale per la riuscita di un progetto. Quelli più interessanti scaturiscono quando dall’altra parte c’è un cliente colto, che racconta la storia della sua vita attraverso i proprio oggetti», ci confessa Capurso.
«Diciamo anche una cosa che viene spesso sottaciuta: sono convinto che la cultura sia fondamentale per la riuscita di un progetto. Quelli più interessanti scaturiscono quando dall’altra parte c’è un cliente colto, che racconta la storia della sua vita attraverso i proprio oggetti», ci confessa Capurso.
Nel “bagno dei sogni”, la vasca free standing con piedi retrò si rivela l’elemento che più contribuisce a definire il tono cinematografico dello spazio. Alle pareti, la moltiplicazione di quadri dalle dimensioni raccolte sottolinea il carattere massimalista dello stile decorativo. Dettagli studiati contribuiscono a rifinire la qualità dello spazio, come la rubinetteria con finitura custom in rame del marchio Vola.
Infine, anche la camera da letto non si priva di inserimenti imprevisti e originali, come le due colonne antiche che incorniciano il letto. Dietro ai cuscini, uno scaffale funziona da comodino integrando le prese e permettendo di riporre con ordine e praticità gli oggetti personali della proprietaria.
L’effetto prezioso della camera non è dato soltanto dalla ricchezza dei suoi interni, ma anche dalla insostituibile vista. Fuori dalla finestra, infatti, l’affaccio sulle montagne si impone senza che la presenza del paese venga notata. «Una baita con la comodità di un Martini», ci dice ancora Luca Capurso, riassumendo con una battuta riuscita le prerogative di un appartamento che, grazie a un po’ di coraggio, è riuscito a mettere insieme l’atmosfera magica di uno chalet con la comodità della vita al centro del paese.
Ti è piaciuta questa casa? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
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Chi ci abita: una signora in pensione
Dove: un paese dell’alta Valchiavenna
Anno di ristrutturazione: 2017
Architetto: Luca Capurso
Superficie: 140 m² (90 m²+50 m²)
Stravolgere in maniera radicale le coordinate di un appartamento per andare incontro ai desideri più intimi e fantasiosi di un committente: non sempre gli incarichi affidati ad un progettista sanno essere tanto audaci e totalizzati. Eppure, nel ripensare un attico ubicato in uno dei paesi a maggior vocazione turistica della Valchiavenna, in Lombardia, l’architetto Luca Capurso non ha esitato ad assecondare i fantasiosi desiderata espressi dalla sua cliente.
Un approccio, questo, che calza a pennello con l’attitudine di questo progettista, operativo tra Italia e Stati Uniti nel campo dell’interior design e nella distribuzione di soluzioni di arredo. «Il design non è un processo primariamente creativo, ma in gran parte interpretativo», precisa Capurso. «Il mio approccio al progetto è quello di investigare a fondo la personalità e le aspettative del cliente prima di riversargli addosso il mio gusto estetico».