L’Albero del Kaki è Bellissimo Tutto l’Anno
Il Diospyros è da secoli una delle piante alimentari più importanti, ma molti lo coltivano per la sua bellezza
Come pochi altri alberi, il kaki evoca poesia, languore e un accenno di malinconica riflessività. È certamente questa la sua grande peculiarità ornamentale, per la quale viene piantato anche se non sempre se ne consumano i frutti.
Di incommensurabile valore alimentare grazie ai frutti energetici che possono essere conservati durante l’inverno, spesso il kaki è coltivato per la sua bellezza, per la chioma spigolosa, la bella corteccia, le foglie che arrossano in autunno e i frutti dal colore vivace. È un albero dalla taglia contenuta, molto adattabile e in genere piuttosto resistente alle avversità.
Di incommensurabile valore alimentare grazie ai frutti energetici che possono essere conservati durante l’inverno, spesso il kaki è coltivato per la sua bellezza, per la chioma spigolosa, la bella corteccia, le foglie che arrossano in autunno e i frutti dal colore vivace. È un albero dalla taglia contenuta, molto adattabile e in genere piuttosto resistente alle avversità.
Preferenze climatiche e adattabilità
Oggi il kaki è coltivato ampiamente a livello industriale, e come tutta la frutta di circuito, ha perso molto del suo sapore.
Moltissimi giardinieri lo coltivano non solo per averne i frutti, magari di una varietà particolare che non si trova sui banchi dei fruttivendoli, ma anche per la sua bellezza.
È infatti un albero molto apprezzato per la sua taglia contenuta (a maturità non più di dieci metri, in genere molto di meno), per il fogliame che arrossa in autunno, e per la presenza dei grandi frutti del colore tipico, che rendono fiammeggiante il giardino nella stagione fredda.
Il kaki è largamente coltivato a livello ornamentale nelle regioni fresche, anche se preferisce le zone più calde, purché non siccitose.
Non è raro trovarsene uno o due in giardino, vestigia di un passato agricolo un po’ dimenticato.
Oggi il kaki è coltivato ampiamente a livello industriale, e come tutta la frutta di circuito, ha perso molto del suo sapore.
Moltissimi giardinieri lo coltivano non solo per averne i frutti, magari di una varietà particolare che non si trova sui banchi dei fruttivendoli, ma anche per la sua bellezza.
È infatti un albero molto apprezzato per la sua taglia contenuta (a maturità non più di dieci metri, in genere molto di meno), per il fogliame che arrossa in autunno, e per la presenza dei grandi frutti del colore tipico, che rendono fiammeggiante il giardino nella stagione fredda.
Il kaki è largamente coltivato a livello ornamentale nelle regioni fresche, anche se preferisce le zone più calde, purché non siccitose.
Non è raro trovarsene uno o due in giardino, vestigia di un passato agricolo un po’ dimenticato.
Coltivazione
Il kaki è un albero abbastanza adattabile e autonomo, anche a questo si deve la sua diffusione, e se volete coltivarlo a scopo ornamentale sarà meglio evitare potature drastiche che sformerebbero la chioma, già di per sé irregolare a causa delle ramificazioni spigolose. Se l’albero avrà una funzione strettamente ornamentale sarà opportuno potare solo il secco e limitare i tagli a una messa in forma dei rami troppo scomposti, per quanto un certo disordine e asimmetria diano carattere a questo albero.
La corteccia è molto bella, specie a maturità, e l’intrico dei rami è incantevole quando l’albero è spoglio.
Per queste ragioni spesso il kaki viene preferito in contesti ornamentali non sofisticati, dove regala un’aria casalinga e familiare, dolce e calda.
Il kaki è un albero abbastanza adattabile e autonomo, anche a questo si deve la sua diffusione, e se volete coltivarlo a scopo ornamentale sarà meglio evitare potature drastiche che sformerebbero la chioma, già di per sé irregolare a causa delle ramificazioni spigolose. Se l’albero avrà una funzione strettamente ornamentale sarà opportuno potare solo il secco e limitare i tagli a una messa in forma dei rami troppo scomposti, per quanto un certo disordine e asimmetria diano carattere a questo albero.
La corteccia è molto bella, specie a maturità, e l’intrico dei rami è incantevole quando l’albero è spoglio.
Per queste ragioni spesso il kaki viene preferito in contesti ornamentali non sofisticati, dove regala un’aria casalinga e familiare, dolce e calda.
Frutti
La coltivazione del kaki, a livello produttivo, è molto più complessa rispetto a quella ornamentale, che può essere meno attenta a trattamenti, concimazione, irrigazione, potatura e tempi di raccolta. Questi fattori sono invece fondamentali se vi interessa avere frutti buoni e serbevoli. La prima cosa è la scelta della varietà, che deve essere fatta con cognizione di causa, facendo riferimento a testi specializzati e a vivaisti affidabili.
Dopo una potatura iniziale di impostazione, l’albero non viene toccato. Le complicazioni della coltivazione del kaki sono nella raccolta dei frutti, che non devono mai essere strappati, ma sempre tagliati con una parte di picciolo, e devono essere raccolti poco maturi per garantire una maggiore serbevolezza, posti in modo che non si tocchino tra loro, in luoghi freschi e asciutti. La buccia del kaki è molto delicata e si rovina facilmente con la manipolazione, ma il vero pericolo sono gelate tardive e soprattutto la grandine. Tuttavia l’albero è assai produttivo e una perdita di parte del raccolto viene sempre messa in conto.
La coltivazione del kaki, a livello produttivo, è molto più complessa rispetto a quella ornamentale, che può essere meno attenta a trattamenti, concimazione, irrigazione, potatura e tempi di raccolta. Questi fattori sono invece fondamentali se vi interessa avere frutti buoni e serbevoli. La prima cosa è la scelta della varietà, che deve essere fatta con cognizione di causa, facendo riferimento a testi specializzati e a vivaisti affidabili.
Dopo una potatura iniziale di impostazione, l’albero non viene toccato. Le complicazioni della coltivazione del kaki sono nella raccolta dei frutti, che non devono mai essere strappati, ma sempre tagliati con una parte di picciolo, e devono essere raccolti poco maturi per garantire una maggiore serbevolezza, posti in modo che non si tocchino tra loro, in luoghi freschi e asciutti. La buccia del kaki è molto delicata e si rovina facilmente con la manipolazione, ma il vero pericolo sono gelate tardive e soprattutto la grandine. Tuttavia l’albero è assai produttivo e una perdita di parte del raccolto viene sempre messa in conto.
In coltivazioni produttive è bene distanziare gli alberi in modo che le chiome non si tocchino. Questo vale anche a scopo ornamentale, poiché il kaki è un albero che risalta meglio se la parte aerea non si compenetra con quella di altri alberi.
Si tratta di un albero molto parco, che resiste bene in terreni anche non ricchi, purché di buon impasto argilloso, in grado di trattenere l’umidità estiva, ma sempre con un ottimo drenaggio.
Non vanno bene i terreni sabbiosi, salsi, troppo sciolti o pietrosi, come anche quelli zuppi e fangosi.
Non è adatto alla coltivazione in vaso.
Si tratta di un albero molto parco, che resiste bene in terreni anche non ricchi, purché di buon impasto argilloso, in grado di trattenere l’umidità estiva, ma sempre con un ottimo drenaggio.
Non vanno bene i terreni sabbiosi, salsi, troppo sciolti o pietrosi, come anche quelli zuppi e fangosi.
Non è adatto alla coltivazione in vaso.
Questa storia è stata pubblicata il 25 ottobre 2017 e poi aggiornata
Raccontaci: hai un albero di kaki? Condividi con noi esperienze e consigli per la coltivazione.
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Coltivato da millenni in Asia, il kaki è uno degli alberi alimentari più importanti grazie alla quantità di zucchero, fibre e sali minerali, che l’hanno reso una vera e propria scorta alimentare invernale. Il kaki infatti veniva conservato sotto forma di marmellate, composte, veniva essiccato o comunque preparato in modo che si potesse mantenere a lungo. Con la sua polpa zuccherina ha costituito una fonte energetica per molte famiglie contadine italiane, soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento.
La presenza del Diospyros kaki in coltivazione è attestata in Italia a partire dal 1803, anche se probabilmente l’albero è arrivato molto prima. Fu sul finire dell’Ottocento che le varietà che ancora conosciamo, come la ‘Mercatelli’ o la ‘Farmacista Honorati’, ottenero larga diffusione.