Un Mini di 30 m² Moltiplica lo Spazio Grazie al Soppalco
La riconversione da mono a bilocale con soppalco moltiplica i metri quadri enfatizzando lo charme di questo piccolo nido
Una sfida non banale ha coinvolto l’architetto Liana Cavallaro, chiamata a ripensare l’articolazione dei volumi di un monolocale di 30 m². Liana Cavallaro, che è stata per dieci anni l’assistente personale del grande designer italiano Ettore Sottsass, ascolta la committenza e osa il più possibile. Chiudendo una veranda per convertirla in cucina, realizzando un soppalco per la zona notte e, infine, mettendo a punto tante preziose accortezze capaci di dare alla casa risposte sensate alle esigenze della quotidianità.
Un (quasi) doppio volume da sfruttare e una veranda (troppo) affacciata sul cortile da riconvertire, dicevamo.
Come ripensare, dunque, le caratteristiche e la fisionomia di questo appartamento? «Ho gettato una bomba e l’ho stravolto», ci racconta Liana Cavallaro. «Prima della ristrutturazione la casa era di fatto concentrata nell’unica grande stanza a disposizione, dove erano collocati un divano letto ed un armadio».
Sopra al divano, un quadro di Gianluigi Toccafondo
Come ripensare, dunque, le caratteristiche e la fisionomia di questo appartamento? «Ho gettato una bomba e l’ho stravolto», ci racconta Liana Cavallaro. «Prima della ristrutturazione la casa era di fatto concentrata nell’unica grande stanza a disposizione, dove erano collocati un divano letto ed un armadio».
Sopra al divano, un quadro di Gianluigi Toccafondo
«La cucina era nel corridoio a destra, quello collegato con il bagno», continua Cavallaro.
«Lo spazio della veranda al piano terra appariva inutile sia alla proprietaria che a me: troppo in vista per essere usato realmente. Abbiamo quindi pensato a un intervento radicale, capace di ricalibrare lo spazio e di essere completamente reversibile».
«Lo spazio della veranda al piano terra appariva inutile sia alla proprietaria che a me: troppo in vista per essere usato realmente. Abbiamo quindi pensato a un intervento radicale, capace di ricalibrare lo spazio e di essere completamente reversibile».
L’intervento, dunque, si è orientato innanzitutto verso un ripensamento dei volumi. La veranda è stata chiusa e quindi coibentata, così da poter risultare completamente vivibile come cucina. La porta finestra dal corridoio è stata anch’essa chiusa, mente al contrario la finestra che dava sul salotto si è trasformata in una lunghissima porta finestra.
Ancora, un soppalco in ferro smaltato bianco, precedentemente ubicato in una casa della famiglia della proprietaria, è stato smontato e riadattato al nuovo appartamento.
Ancora, un soppalco in ferro smaltato bianco, precedentemente ubicato in una casa della famiglia della proprietaria, è stato smontato e riadattato al nuovo appartamento.
Il corridoio ex-cucina è stato convertito in un grande spazio guardaroba grazie all’armadiatura posizionata accanto al muro centrale. Sopra il corridoio è stato ricavato un soppalco da utilizzare come ulteriore contenitore. La porta è stata dotata di due grandi grandi specchi, che aiutano a riflettere la luce e a moltiplicare la percezione della grandezza del volume.
A parete, due piccoli vestiti in ceramica acquistati a Istanbul decorano lo spazio tra una porta e l’altra
A parete, due piccoli vestiti in ceramica acquistati a Istanbul decorano lo spazio tra una porta e l’altra
Quanto agli arredi, sono stati ricollocati tutti i mobili e gli oggetti di cui la proprietaria già disponeva nel suo precedente appartamento. L’amore per i mercatini e il gusto per arredi un po’ d’antan è una delle chiavi di volta per spiegare il senso di intimità che l’ambiente sembra infondere. Un calore sottolineato anche dal parquet in rovere, usato per la cucina e la stanza living.
Sulla parete di sinistra, un quadro di Mahmoud Saleh Mohammadi, artista iraniano naturalizzato italiano
Sulla parete di sinistra, un quadro di Mahmoud Saleh Mohammadi, artista iraniano naturalizzato italiano
La nicchia che vediamo in questa immagine, originariamente a vista, è stata coperta da un quadro e utilizzata per riporre le stoviglie.
Ancora, in quella che appare come una ricerca accorta e testarda alla massima ottimizzazione del centimetro, lo spazio sotto la scala è stato sfruttato per collocarvi la lavanderia, opportunamente occultata dalla boiserie in legno che avvolge tutto il soppalco.
Ancora, in quella che appare come una ricerca accorta e testarda alla massima ottimizzazione del centimetro, lo spazio sotto la scala è stato sfruttato per collocarvi la lavanderia, opportunamente occultata dalla boiserie in legno che avvolge tutto il soppalco.
Disegnata su misura, la cucina è l’ambiente più accogliente della casa, anche grazie alla bellissima luce che la attraversa dalla parete finestrata e dal lucernario. «Il mobile cucina è stato realizzato da Renzo Brugola, lo storico falegname di Ettore Sottsass. È realizzata in faggio con gli stessi pomelli che usava Sottsass».
Liana Cavallaro conosce bene la dimensione progettuale del grande Maestro scomparso nel 2007: per dieci anni – dal 1990 al 2000 – ne è stata l’assistente personale e con lui ha costruito la propria gavetta seguendolo nei suoi numerosi ed eterogenei interventi, dalla progettazione di prodotto, all’architettura vera e propria finanche all’allestimento di mostre.
Ancora, un altro dettaglio interessante: il lavello, realizzato su disegno in corian, è in realtà più grande del perimetro delle due vasche. Una soluzione, questa, studiata per permettere di pulire facilmente il bancone con la spugna, evitando che la superficie ne risulti macchiata o con aloni dovuti agli schizzi o al calcare.
Liana Cavallaro conosce bene la dimensione progettuale del grande Maestro scomparso nel 2007: per dieci anni – dal 1990 al 2000 – ne è stata l’assistente personale e con lui ha costruito la propria gavetta seguendolo nei suoi numerosi ed eterogenei interventi, dalla progettazione di prodotto, all’architettura vera e propria finanche all’allestimento di mostre.
Ancora, un altro dettaglio interessante: il lavello, realizzato su disegno in corian, è in realtà più grande del perimetro delle due vasche. Una soluzione, questa, studiata per permettere di pulire facilmente il bancone con la spugna, evitando che la superficie ne risulti macchiata o con aloni dovuti agli schizzi o al calcare.
La cucina è ancora lo spazio che più è definito da un gusto per gli oggetti vintage, legati ai grandi classici popolari italiani o internazionali, come accade per la convivenza tra la scritta cromata “Vespa” e il telefono rosso americano anni ‘80, il cui lungo filo che si dipana per la stanza non può che ricordarci l’immaginario dei telefilm dell’epoca.
Accessibile da una comoda scala, il soppalco è alto circa un metro e cinquanta e permette di dormire comodamente senza percepire l’oppressione di uno spazio troppo angusto. E le scritte sul muro? In uno slancio di spontaneità, sono state scritte dalla nipote della proprietaria, la quale viene spesso a trovare la zia e dorme con lei nel letto sul soppalco.
Anche il bagno è stato investito da una cura e un’attenzione al dettaglio volte a rendere lo spazio calibrato per le esigenze di chi lo vive.
La doccia in muratura è coperta da una tenda in plastica spessa, quella in uso dai macellai: quando si fa la doccia è possibile godere anche di un piacevolissimo effetto sauna. Ancora, una doccetta bassa accompagna il diffusore fissato al soffitto, per potersi fare la doccia senza doversi necessariamente lavare la testa.
Infine, in basso accanto alla doccia è possibile scorgere un inusuale cartello “Toilette”: si tratta della lettiera del gatto, resa accessibile sia dal corridoio armadio che dal bagno, così da permettere di pulirla dal corridoio pur facendo confluire i cattivi odori verso il bagno.
Astuzie, queste – non sapremo come altro definirle –, che oltre a divertire stupiscono per il valore aggiunto in termini di comfort che riescono a conferire alla vita domestica.
«Sono le donne, e gli architetti donne in particolare, le persone più adatte a ripensare le case!» ci confida Liana Cavallaro. «Ciò che le distingue è una naturale inclinazione per la praticità. Una lunga serie di piccoli accorgimenti, pensati da chi è generalmente a stretto contatto con l’uso che si fa di una casa, e che è più incline a vedere cosa può essere razionalizzato per ottenere il massimo dalla propria quotidianità».
Guarda tutte le foto di questa casa
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La doccia in muratura è coperta da una tenda in plastica spessa, quella in uso dai macellai: quando si fa la doccia è possibile godere anche di un piacevolissimo effetto sauna. Ancora, una doccetta bassa accompagna il diffusore fissato al soffitto, per potersi fare la doccia senza doversi necessariamente lavare la testa.
Infine, in basso accanto alla doccia è possibile scorgere un inusuale cartello “Toilette”: si tratta della lettiera del gatto, resa accessibile sia dal corridoio armadio che dal bagno, così da permettere di pulirla dal corridoio pur facendo confluire i cattivi odori verso il bagno.
Astuzie, queste – non sapremo come altro definirle –, che oltre a divertire stupiscono per il valore aggiunto in termini di comfort che riescono a conferire alla vita domestica.
«Sono le donne, e gli architetti donne in particolare, le persone più adatte a ripensare le case!» ci confida Liana Cavallaro. «Ciò che le distingue è una naturale inclinazione per la praticità. Una lunga serie di piccoli accorgimenti, pensati da chi è generalmente a stretto contatto con l’uso che si fa di una casa, e che è più incline a vedere cosa può essere razionalizzato per ottenere il massimo dalla propria quotidianità».
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: una professionista milanese con il suo gatto
Dove: provincia di Milano
Anno di costruzione: primi Novecento
Anno di ristrutturazione: 2014
Architetto: Studio Dopo
Superficie: 30 m²
Una casa piccola da rendere grande: ecco la missione che una giovane professionista milanese ha affidato all’architetto Liana Cavallaro, titolare dello studio di architettura Studio Dopo, per ripensare il proprio monolocale all’insegna della massima vivibilità.
Certamente piccola – solo 30 m² – la casa presentava alcune “carte” ad alto potenziale che la proprietaria intuiva potessero essere giocate in maniera diversa: una veranda da poter riconvertire, dei soffitti alti 4 metri che permettevano di ripensare l’articolazione di piani e volumi e, non per ultimo, una certa aria da casa novecentesca che già rendeva l’ambiente intimo, accogliente.
Un piccolo nido, dunque, da potenziare con una dose aggiuntiva di charme.
Da inizio anno, a seguito di un trasloco della proprietaria che ha lasciato l’Italia per motivi di lavoro, la casa è stata inserita nel circuito degli affitti brevi.