Le Case di Houzz: Stile Industriale al Rione Testaccio, Roma
Tracce di storia in una casa romana, fra mappe del vicino quartiere Ostiense ed elementi di recupero, dal ferro al tufo
Siamo a Roma, al quinto piano di una palazzina a Testaccio, quasi al confine con il quartiere Ostiense. Quella che oggi è una zona centrale, tra la fine dell’800 e i primi anni del ‘900 era conosciuta come zona operaia; proprio qui avevano sede il mattatoio, una vecchia stazione e le case degli impiegati della ferrovia. Con il passare del tempo, l’identità del quartiere si è trasformata, passando da industriale a residenziale.
In questo contesto, il progetto curato dall’architetto Bartolomeo Quintiliani è stato sviluppato con l’intenzione di onorare il quartiere e il risultato è un appartamento in stile industriale, frutto di una ristrutturazione che ha permesso di recuperare diversi elementi caratteristici della struttura originale. In particolare la zona giorno è stata valorizzata grazie all’inserimento di alcune mappe che raccontano le trasformazioni del quartiere, dalla sua nascita ad oggi, comprendendo anche la riproduzione di uno dei murales diventati simbolo di quest’area di Roma.
In questo contesto, il progetto curato dall’architetto Bartolomeo Quintiliani è stato sviluppato con l’intenzione di onorare il quartiere e il risultato è un appartamento in stile industriale, frutto di una ristrutturazione che ha permesso di recuperare diversi elementi caratteristici della struttura originale. In particolare la zona giorno è stata valorizzata grazie all’inserimento di alcune mappe che raccontano le trasformazioni del quartiere, dalla sua nascita ad oggi, comprendendo anche la riproduzione di uno dei murales diventati simbolo di quest’area di Roma.
«Per ricavare un grande ambiente giorno, che oggi occupa il 50% della metratura totale, ho idealmente diviso lo spazio disponibile in due rettangoli, sfruttando le campate che già caratterizzavano l’edificio originario e l’affaccio su due lati», spiega l’architetto. «Ho quindi spostato il bagno e le camere, che prima occupavano questa area, nel rettangolo più piccolo e ho lasciato la cucina e l’area living in quello più grande».
L’architetto ha scelto di recuperare parte dell’anima dell’edificio: «In questo rettangolo ho riportato alla luce le putrelle in legno e, in alcuni punti delle pareti, anche i mattoni». In particolare è stato demolito il controsoffitto per guadagnare centimetri in altezza ed è stata scoperta la struttura del solaio; le travi sono state poi riverniciate con smalto grigio antracite. Lungo il soffitto, nella parte alta della cucina e sopra gli architravi, sono invece stati riportati alla luce i mattoni originali: «Li ho rifiniti con intonaco, li ho ripuliti e infine ristuccati».
I mobili scelti per arredare il soggiorno, fra cui la madia, il quadro e le sedie, sono di proprietà della committenza: «Li ho ripuliti e, in particolare, ho sostituito l’imbottitura delle sedute scegliendo un altro colore, grigio opaco, che si abbinasse alla stoffa del divano e – precisa il progettista – di quest’ultimo ho anche abbassato lo schienale cosicché dal fondo della stanza si vedesse bene la cucina e si creasse un gioco di altezze con il piano del tavolo».
L’architetto ha scelto di recuperare parte dell’anima dell’edificio: «In questo rettangolo ho riportato alla luce le putrelle in legno e, in alcuni punti delle pareti, anche i mattoni». In particolare è stato demolito il controsoffitto per guadagnare centimetri in altezza ed è stata scoperta la struttura del solaio; le travi sono state poi riverniciate con smalto grigio antracite. Lungo il soffitto, nella parte alta della cucina e sopra gli architravi, sono invece stati riportati alla luce i mattoni originali: «Li ho rifiniti con intonaco, li ho ripuliti e infine ristuccati».
I mobili scelti per arredare il soggiorno, fra cui la madia, il quadro e le sedie, sono di proprietà della committenza: «Li ho ripuliti e, in particolare, ho sostituito l’imbottitura delle sedute scegliendo un altro colore, grigio opaco, che si abbinasse alla stoffa del divano e – precisa il progettista – di quest’ultimo ho anche abbassato lo schienale cosicché dal fondo della stanza si vedesse bene la cucina e si creasse un gioco di altezze con il piano del tavolo».
Per creare questa grande zona giorno è stato necessario anche rialzare una parte della stanza: «Il gradino scuro, realizzato in muratura e finito con resina, sul quale poggia la cucina e che prosegue verso l’altra ala dell’appartamento (a destra nell’immagine), mi ha permesso di nascondere gli allacci».
L’ambiente giorno è caratterizzato da un’importante libreria in ferro che richiama il materiale con cui è stato realizzato il tavolo da pranzo.
L’ambiente giorno è caratterizzato da un’importante libreria in ferro che richiama il materiale con cui è stato realizzato il tavolo da pranzo.
Illuminano la libreria alcune lampade posizionate all’estremità di tre carrucole in ferro fissate al muro. Il filo delle carrucole è stato poi coperto e rivestito di stoffa.
Porta energia nella stanza il termosifone giallo: «Cercavo un colore che si accompagnasse alle tonalità dei mattoni e del ferro, ma che fosse più squillante», conferma l’architetto.
Vicino alla libreria ci sono due architravi, uno passante, sulla sinistra, da cui parte il corridoio che accompagna alla zona notte, e uno chiuso, sulla destra. Quest’ultimo è stato trasformato, complice l’appendiabiti da parete, in una nicchia guardaroba.
Porta energia nella stanza il termosifone giallo: «Cercavo un colore che si accompagnasse alle tonalità dei mattoni e del ferro, ma che fosse più squillante», conferma l’architetto.
Vicino alla libreria ci sono due architravi, uno passante, sulla sinistra, da cui parte il corridoio che accompagna alla zona notte, e uno chiuso, sulla destra. Quest’ultimo è stato trasformato, complice l’appendiabiti da parete, in una nicchia guardaroba.
Controcampo rispetto all’immagine precedente, un dettaglio dell’affaccio su cui si rivolge la zona giorno.
Vicino alla finestra più piccola della stanza c’è una colonna portante, su cui sono state incastrate originali soluzioni contenitive: si tratta di scatole in ferro, realizzate su misura dall’architetto, profonde 40 cm e larghe 35 cm.
Vicino alla finestra più piccola della stanza c’è una colonna portante, su cui sono state incastrate originali soluzioni contenitive: si tratta di scatole in ferro, realizzate su misura dall’architetto, profonde 40 cm e larghe 35 cm.
L’armadio, la panca e il tavolo sono mobili che già appartenevano ai padroni di casa e sono il risultato di anni di ricerca.
Il piccolo disimpegno sulla sinistra coincide con l’ingresso, mantenuto nello stesso punto rispetto alla composizione originale della pianta. Entrando, prima dell’intervento di ristrutturazione qui era posizionata una camera, che si sviluppava dove ora c’è la nicchia con l’appendiabiti, mentre il bagno si trovava di fronte e la sua finestra coincideva con quella piccola a lato della colonna con le scatole contenitive in ferro. La seconda camera si trovava dove ora c’è il corridoio che accompagna verso la nuova zona notte.
Il piccolo disimpegno sulla sinistra coincide con l’ingresso, mantenuto nello stesso punto rispetto alla composizione originale della pianta. Entrando, prima dell’intervento di ristrutturazione qui era posizionata una camera, che si sviluppava dove ora c’è la nicchia con l’appendiabiti, mentre il bagno si trovava di fronte e la sua finestra coincideva con quella piccola a lato della colonna con le scatole contenitive in ferro. La seconda camera si trovava dove ora c’è il corridoio che accompagna verso la nuova zona notte.
Proprio di fronte alla zona caratterizzata dalla panchina color verde si sviluppa la cucina su misura.
Il tavolo, nelle dimensioni di 240x90 cm, è stato realizzato in ferro per richiamare l’effetto industriale; il piano invece è composto dalle stesse mattonelle che rivestivano il pavimento nel 1924, anno di costruzione della casa: «Sono state tagliate nelle dimensioni di 20x20 cm e sono state posizionate per disegnare una striscia più scura, al centro, circondata da una cornice più chiara». Sotto il tavolo sono stati ricavati alcuni contenitori, sempre in ferro.
La casa vuole rendere omaggio al quartiere nel quale è stata costruita: «Siamo a Testaccio e qui un tempo c’era un mattatoio industriale. Il desiderio di portare alla luce lo stile del tempo risponde alla volontà di conservare la memoria di questo luogo» spiega Quintiliani.
Il tavolo, nelle dimensioni di 240x90 cm, è stato realizzato in ferro per richiamare l’effetto industriale; il piano invece è composto dalle stesse mattonelle che rivestivano il pavimento nel 1924, anno di costruzione della casa: «Sono state tagliate nelle dimensioni di 20x20 cm e sono state posizionate per disegnare una striscia più scura, al centro, circondata da una cornice più chiara». Sotto il tavolo sono stati ricavati alcuni contenitori, sempre in ferro.
La casa vuole rendere omaggio al quartiere nel quale è stata costruita: «Siamo a Testaccio e qui un tempo c’era un mattatoio industriale. Il desiderio di portare alla luce lo stile del tempo risponde alla volontà di conservare la memoria di questo luogo» spiega Quintiliani.
Alle spalle del tavolo sono state ricavate due rientranze laterali: «Misurano 220x120 cm e sono profonde 70 cm. Quella di destra nasconde un frigorifero, quella di sinistra una lavatrice con i ripiani d’appoggio e un modulo dispensa».
La foto è stata scattata dal punto centrale del soggiorno e, nonostante la presenza del divano, è ben visibile anche il piano che ospita il tavolo e con gli sgabelli. Si tratta proprio del gioco di altezze a cui accennava prima l’architetto.
La foto è stata scattata dal punto centrale del soggiorno e, nonostante la presenza del divano, è ben visibile anche il piano che ospita il tavolo e con gli sgabelli. Si tratta proprio del gioco di altezze a cui accennava prima l’architetto.
Le ante che chiudono le rientranze laterali sono in legno e, sulla loro superficie, sono state stampate le mappe di Roma che riportano il disegno del quartiere Ostiense, limitrofo alla palazzina, raffigurato in epoche storiche diverse: in rosso, l’anno di riferimento della mappa, qui il 1924. L’architetto ha scelto stampe così particolari per dare carattere ai due armadi; il colore grigio richiama invece il ferro e trasforma le carte geografiche in elemento d’arredo.
Per proteggere le mappe, il supporto in legno è stato verniciato e, come finitura conclusiva, è stata passata una vernice trasparente a base di resina.
Per proteggere le mappe, il supporto in legno è stato verniciato e, come finitura conclusiva, è stata passata una vernice trasparente a base di resina.
Un dettaglio relativo alla stampa che riveste la scatola-armadio a sinistra: la donna e l’uomo raffigurati sono i protagonisti di uno dei tanti murales diventati simbolo del quartiere Ostiense (opera originale di Herbert Baglione in via delle Conce).
Le fasce bianche sull’anta sono funzionali alla sua apertura. L’architetto ha scelto anche di creare una continuità visiva con la cucina, posizionata in mezzo agli armadi: la fascia superiore è infatti sulla stessa linea della mensola posta sopra i fuochi.
Il paraschizzi è in resina; mentre nella parte alta della parete, sopra la mensola, sono stati recuperati i mattoni esistenti.
Il tavolo è illuminato da lampade a sospensione. «Le putrelle e i tavelloni non mi hanno permesso di creare abbastanza tracce sul soffitto così ho preferito, tranne in poche situazioni, le sospensioni».
Lampade: Hektar di Ikea
Il paraschizzi è in resina; mentre nella parte alta della parete, sopra la mensola, sono stati recuperati i mattoni esistenti.
Il tavolo è illuminato da lampade a sospensione. «Le putrelle e i tavelloni non mi hanno permesso di creare abbastanza tracce sul soffitto così ho preferito, tranne in poche situazioni, le sospensioni».
Lampade: Hektar di Ikea
La pavimentazione rialzata, realizzata anche in cucina per nascondere gli allacci, prosegue lungo il corridoio e continua fino al disimpegno, come chiarisce questa immagine.
Le porte in legno conducono verso le camere, mentre l’anta bianca nasconde un armadio a muro.
Le porte in legno sono state realizzate artigianalmente, sono alte 240 cm e hanno maniglie in metallo laccato; la tonalità di colore è la medesima del pavimento. «Le porte sono realizzate con pannelli listellari di abete tinti con mordente nero per ottenere un effetto legno carbonizzato. L’apertura invece si basa su un meccanismo a bilico», precisa l’architetto.
Sulla sfondo, uno dei bagni, di solito usato dalla figlia e per gli ospiti.
Le porte in legno conducono verso le camere, mentre l’anta bianca nasconde un armadio a muro.
Le porte in legno sono state realizzate artigianalmente, sono alte 240 cm e hanno maniglie in metallo laccato; la tonalità di colore è la medesima del pavimento. «Le porte sono realizzate con pannelli listellari di abete tinti con mordente nero per ottenere un effetto legno carbonizzato. L’apertura invece si basa su un meccanismo a bilico», precisa l’architetto.
Sulla sfondo, uno dei bagni, di solito usato dalla figlia e per gli ospiti.
Un’altra inquadratura del disimpegno. Le porte in legno che prima erano chiuse, qui sono aperte: vediamo infatti sullo sfondo due stanze da letto.
Quella a sinistra è la camera padronale, a destra invece c’è quella della figlia.
Le porte sono state posizionate alla quota rialzata del disimpegno. È stato quindi necessario ricavare un gradino per agevolare l’ingresso nei due ambienti.
Quella a sinistra è la camera padronale, a destra invece c’è quella della figlia.
Le porte sono state posizionate alla quota rialzata del disimpegno. È stato quindi necessario ricavare un gradino per agevolare l’ingresso nei due ambienti.
Ed ecco una delle camere: si tratta della stanza padronale. Il comò sulla destra è un mobile di famiglia che è stato recuperato e laccato.
Sulla sinistra, l’accesso diretto al bagno privato. Sopra è stato ricavato un piccolo soppalco.
La pavimentazione è in resina, come nel resto dell’appartamento.
Sulla sinistra, l’accesso diretto al bagno privato. Sopra è stato ricavato un piccolo soppalco.
La pavimentazione è in resina, come nel resto dell’appartamento.
Nel muro di fronte al letto sono stati ricavati due vani chiusi da pannelli scorrevoli, laccati, nella stessa tonalità di colore del pavimento.
Al centro è stata posizionata una cassettiere di famiglia di fine Ottocento.
Al centro è stata posizionata una cassettiere di famiglia di fine Ottocento.
In questa foto, invece, la camera della figlia. «Considerando l’altezza dell’appartamento, 330 cm, ho voluto sfruttare il soffitto del bagno come soppalco e liberare la camera», spiega l’architetto. «L’obiettivo era progettare un ambiente indipendente dove la figlia potesse ritirarsi e ho voluto realizzare una zona che contenesse contemporaneamente un’area per lo studio, il relax e il riposo».
I mobili sono di famiglia: una vecchia madia porta pane in legno di rovere, il piccolo divanetto dell‘800 rifoderato, la libreria della nonna, laccata, il tappeto Kilim persiano ereditato sempre dalla nonna, una viaggiatrice. «Fanno eccezione lo scrittoio su cavalletti e la tenda a rullo, elementi semplici e funzionali, scelti per non oscurare i pezzi originali».
I mobili sono di famiglia: una vecchia madia porta pane in legno di rovere, il piccolo divanetto dell‘800 rifoderato, la libreria della nonna, laccata, il tappeto Kilim persiano ereditato sempre dalla nonna, una viaggiatrice. «Fanno eccezione lo scrittoio su cavalletti e la tenda a rullo, elementi semplici e funzionali, scelti per non oscurare i pezzi originali».
L’allestimento del soppalco in ferro richiama gli arredi della zona giorno ed è stato realizzato su disegno dall’architetto. «Cercavo soluzioni leggere, adatte a un ambiente dalle dimensioni contenute».
E, prosegue: «Ho scelto un tavolino giallo, il cui colore si abbinasse al divano arancione e richiamasse i termosifoni presenti nel living. I colori forti inseriscono una nota calda e vivace in un ambiente semplice e minimale. Una scelta, quest’ultima, che risponde sia al desiderio di contenere i costi sia alla volontà di rimanere fedeli allo stile industriale».
Sulla destra, il disimpegno, arredato da un vecchio inginocchiatoio e un quadro di famiglia. Si tratta, infatti, di un acquarello realizzato dalla figlia quando era piccola e posizionato in una cornice originale del Settecento.
E, prosegue: «Ho scelto un tavolino giallo, il cui colore si abbinasse al divano arancione e richiamasse i termosifoni presenti nel living. I colori forti inseriscono una nota calda e vivace in un ambiente semplice e minimale. Una scelta, quest’ultima, che risponde sia al desiderio di contenere i costi sia alla volontà di rimanere fedeli allo stile industriale».
Sulla destra, il disimpegno, arredato da un vecchio inginocchiatoio e un quadro di famiglia. Si tratta, infatti, di un acquarello realizzato dalla figlia quando era piccola e posizionato in una cornice originale del Settecento.
Ed ecco il bagno riservato alla figlia e usato anche dagli ospiti. L’ambiente misura 260x150 cm e il lavabo è appoggiato sul piano.
I rivestimenti (15x60 cm) di questo bagno e di quello dei genitori sono uguali: qui prevale il nero, nell’altro il bianco. «Nei rivestimenti orizzontali ho lasciato fughe di 1 cm e le ho riempite con stucco a contrasto».
In questa foto e nella successiva. Rubinetteria e miscelatori: Bianchi Rubinetterie; sanitari Ideal Standard; lavabo Ceramica Flaminia
I rivestimenti (15x60 cm) di questo bagno e di quello dei genitori sono uguali: qui prevale il nero, nell’altro il bianco. «Nei rivestimenti orizzontali ho lasciato fughe di 1 cm e le ho riempite con stucco a contrasto».
In questa foto e nella successiva. Rubinetteria e miscelatori: Bianchi Rubinetterie; sanitari Ideal Standard; lavabo Ceramica Flaminia
Un dettaglio del bagno presente nella camera padronale: anche in questo caso il piano è stato realizzato su misura in legno laccato con trattamento antigraffio; su misura anche lo specchio. Il lavabo è a incasso.
Guarda tutte le foto di questa casa
Tocca a te! Sei un appassionato dello stile industriale? Ti piace questo appartamento?
Nella nostra rubrica Le Case di Houzz proponiamo interessanti progetti dei professionisti di Houzz. Se vuoi mostrarci il tuo lavoro, carica le foto sul tuo profilo Houzz e invia il link insieme a una breve descrizione del progetto a redazione@houzz.com. Ove decidessimo di pubblicare il tuo lavoro, ti contatteremo al più presto.
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Colpo d’occhio
Chi ci abita: Una coppia con la figlia di 13 anni
Dove: Roma
Anno di costruzione: 1924
Anno di ristrutturazione: 2016
Architetto: Bartolomeo Quintiliani, StudioQ
Superficie: 100 m² (soggiorno con cucina 50 m², due stanze da 13 m² ciascuna, due bagni da 4 m² l’uno e la metratura restante è coperta da ingresso, corridoio d’entrata e disimpegno)
Costo della ristrutturazione: 100 mila euro, compresi 20 mila euro per gli arredi
Il particolare interessante: all’architetto è stato chiesto di realizzare un grande soggiorno che diventasse anche il cuore della casa, attorno al quale sviluppare le altre stanze. In questo spazioso ambiente sono stati recuperati elementi strutturali caratteristici dell’abitazione originale, quali le travi in ferro, i mattoni, le pietre in tufo, le putrelle in legno e i tavelloni del precedente solaio